mercoledì 16 marzo 2011

in viaggio....

Siamo partiti. Io, Morito e il piccolo Oscar nel pomeriggio di oggi abbiamo fatto i bagagli, velocemente, molto velocemente, abbiamo preso il minimo necessario e come fuggiaschi, siamo partiti con il treno da Hakodate per recarci a Sapporo. Da qui, domani mattina, se tutta va bene, arriviamo a Osaka dove cercheremo di prendere un volo Alitalia per l'Italia. Fortunatamente nella tarda serata di oggi, orario in Giappone, l'Ambasciata italiana a Tokyo ha diffuso un comunicato importante: il governo italiano ha inviato una squadra speciale di esperti tecnici e fisici della Protezione Civile che hanno effettuato della misurazione della radioattivita' in alcune zone di Tokyo. I livelli riscontrati sono in linea con quelli riportati costantemente dal Governo giapponese; essi non sono ad un livello tale da destare, per il momento, preoccupazione (addirittura hanno affermato che il livello di radioattivita' attuale aTokyo rimane inferiore a quello che normalmente interessa Roma- preciso a riguardo che il Governo giapponese ha sempre adottato, per i parametri di radioattivita' tollerati normalmente, valori cinque volte inferiori a quelli utilizzati da altri Paesi, come ad esempio la Francia - si tratta quindi di margini molto restrittivi che tuttavia ieri sono stati portati a circa due volte e mezzo il valore minimo, "correggendo" cosi il livello di ammissibilita' consentito).
Tuttavia la situazione nella centrale di Fukushima rimane critica, perche' non ancora completamente sotto controllo.
La decisione, sofferta, di partire nell'immediato rimane per me ora come ora una necessita' legata a forme precauzionali nei confronti del mio bambino, piu' vulnerabile agli eventuali rischi. So di aver aspettato anche troppo prima di decidere di muovermi, e ora mi sento come se fossi in una sorta di corsa contro il tempo. Il problema era legato principalmente al fatto che Morito inizialmente non aveva intenzione di partire con noi, non se la sentiva, giustamente, di lasciare il resto della sua famiglia qui. Tuttavia data la situazione ancora ad alto rischio cui questo Paese e' esposto, ho deciso di partire in anticipo rispetto al volo gia' prenotato, pregandolo di venire con me date le difficolta' legate ad una decisione un po' avventata. Ossia partire con il treno per Sapporo, da li valutare eventuali voli per Osaka con collegamento poi per l'Italia oppure in estremis partire per la Russia o un altro Paese per poi raggiunfere l'Italia. E cosi abbiamo fatto.

Confesso che seppur in cuor mio ora so di stare facendo la cosa piu' giusta per Oscar,  mi sento una codarda. Abbiamo lasciato di corsa la casa, i suoceri, che ci hanno accompagnato fino alla stazione, ci hanno salutato commossi, colti anche loro da tanta improvvisa frenesia cui non sono affatto abituati"cercate, se potete, di tornare presto", ci hanno detto. Ho con molta probabilita' "rovinato" parte del senso di dignita' tutto giapponese della figura di Morito di fronte ai suoi collaboratori in ambito lavorativo. Abbiamo salutato poche persone - oggi, le mie amiche e allieve del corso di italiano che si sono commosse anche loro. Insomma, sembriamo dei fuggitivi, e non e' bello, anzi e' bruttissimo. Mi sento egoista - penso alle numerose persone che in questo momento si trovano nelle zone piu' colpite ad aiuitare, a coloro che hanno perso tutto e stanno cercando disperatamente i propri cari a ormai 5 giorni dal simsa, alle donne che stanno cercando di proteggere i loro bambini come possono nelle zone piu' a rischio di contaminazione radioattiva, a tutto il popolo giapponese che resiste, ancora, come tante volte nella sua storia ha fatto, che esortato continuamente ad esercitare la calma, continua la vita di sempre nelle zone non interessate dal sisma, lavora, aiuta, si impegna, ma che in cuor suo ha paura, tanta paura.
Ma io devo pensare prima di tutto al bene di mio figlio e partire e' la cosa migliore che possa fare in questo momento.
Io spero vivamente che le cose volgano al meglio e di poter tornare presto tra queste persone che sono straordinarie.

4 commenti:

  1. Ho tirato un sospiro di sollievo nel leggere che stai tornando, ma capisco il dramma interiore che stai vivendo...
    Per ora è comunque la scelta più giusta!
    Un abbraccio
    Claudia

    RispondiElimina
  2. cercare un posto sicuro per proteggere le persone che ami attraversando mezzo mondo e sapendo che non sarà facile, non è fuggire ma un grande atto di coraggio! qualche post fa parlavi del concetto di casa, a differenza di altri avete un'alternativa, avete un'altra casa che vi aspetta e questa è una fortuna, una grande fortuna a cui non voltare le spalle. non vediamo l'ora di avervi qui!

    RispondiElimina
  3. Non servonon sensi di colpa qui. I sensi di colpa dovremmo averli se non tentassimo di fare il meglio per chi amiamo.

    RispondiElimina
  4. Si avete ragione, il fatto è che io mi ci stavo abituando al fatto che quella fosse orami "casa mia".....

    RispondiElimina