lunedì 23 settembre 2013

L'insegnante di Stand Glass

 In Italia non credo che lo Stand Glass come hobby sia molto diffuso. Per cui penso che dicendo questa parola, probabilmente la maggior parte dei miei connazionali non capiscano di cosa si tratti. Puo' essere pero' che dicendo "lampade Tiffany" o i"n stile Liberty", allora, un immagine di quello che e' questa arte artigiana, se la possono fare. Si tratta della realizzazione di vetrate, pannelli, e soprattutto lampade con pezzi di vetro congiunti con metallo fuso.
Sono venuta a sapere per caso che qui in Hakodate c'e' una signora che tiene corsi per imparare a realizzare questi oggetti.
 Qui ho riportato alcune foto fatte durante una esposizione dei suoi allievi. Che ne dite, mica male per chi lo fa solo come hobby vero?
Ebbene, essendo da un po' di tempo che pensavo di fare qualcosa di artigianale, ho deciso di iniziare anche io a cimentarmi con questa arte. E cosi' introdotta da una amica in comune, un giorno sono andata a casa della signori Fuji, l'insengante. La sua e' una casa piuttosto grande, due piani completamente dedicati alla lavorazione del vetro. Nel laboratorio ha 3 forni piccoli per la cottura del vetro e li' accoglie i suoi studenti.
Lei e' stata molto contenta di conoscermi perche' parla un pochino di tedesco e sapendo che anche io un pochino lo capisco e parlo, quando mi ha visto, ha cominciato a sfoggiare il suo. E cosi tra una chiacchiera e l'altra, mi racconta la sua storia, o meglio una parte di essa... e mi dice che 30 anni fa ha vissuto per due anni a Monaco di Baviera con il primo marito che all'epoca studiava medicina. Li' ha imparato il tedesco e ha frequentato un corso per diventare maestra di asilo con metodo Montessori. Mi ha fatto vedere il diploma, primi anni 80', con la traduzione dall'italiano (!) delle regole della Montessori,  in giapponese!
E poi, sorpresa delle sorprese, mi dice che in Italia e' andata alcune volte ma sempre e solo nello stesso posto. Mi chiede: "Conosci Bruxen?" Li' per li' non capivo bene il nome della citta' perche la sua stramba pronuncia del tedesco non me lo consentiva. Poi ho attivato l'immaginazione e ho detto..."Brixen, forse?", e lei "si, si, si!" tutta contenta. E io"ma e' la mia citta'!!" Insomma, quasi da non crederci. L'unico posto che lei ha visitato in Italia e' proprio la mia piccola cittadina! Bressanone. All'epoca ci andava due volte l'anno per una settimana in quanto il marito frequentava seminari di medicina.
Insomma, che sorpresa! Lei pero' non si ricorda il nome della pensione in cui e' stata, e poi...chissa' se ci sara' ancora.....
Inutile dire che il mondo pare proprio non essere poi cosi grande!

martedì 10 settembre 2013

Tokyo 2020



Domenica scorsa alle 5 del mattino, i giapponesi hanno avuto la loro grande notizia: Tokyo e' stata scelta per le Olimpiadi del 2020!
A dire la verita' pochi ci credevano, e' stata quindi una gran bella notizia!
Mio marito che era sveglio per sentire il responso della Commissione riunita a Buenos Aires, e' venuto a sussurrarmi nell'orecchio, all'alba, "hanno scelto Tokyo!"
Per tutta la mattina alla televisione non si parlava d'altro. I giapponesi sono molto nazionalisti e le gare sportive sono uno degli ambiti in cui maggiormente emerge il loro senso patriottistico. Difficile quindi, se non si conosce questo, capire discorsi del tipo di quello fatto da uno dei portavoce del governo che nella conferenza stampa poco dopo l'annuncio della scelta di Tokyo per il 2020,  ha detto, alla fine, "so che nelle gare olimpiche ci sono tre medaglie, c'e' il bronzo, c'e' l'argento, ma noi dobbiamo impegnarci affinche' non si possa pensare che al solo oro!".
Sentire personaggi del mondo politico fare questi tipi discorsi, emozionati, alcuni quasi commossi, e i familiari entusiasmarsi nel sentirli,  ti lascia una sensazione strana. Non ti senti solo straniera, ma senti che ti manca qualcosa. Certo sono contenta se faranno le Olimpiadi in Giappone, ma se avessero scelto Roma, per dire, non credo che mi sarei entusiasmata cosi tanto. Credo che noi italiani abbiamo un senso nazionalistico molto, ma molto basso.