mercoledì 20 giugno 2012

Viaggio di rientro

Eccomi qui, di nuovo in Giappone, a casa mi viene da dire. Dopo un soggiorno in Italia durato circa un mese, sono sopravvissuta al viaggio di ritorno con il mio piccolo di quasi due anni. Facendo bene i calcoli dal momento in cui ho lasciato la casa dei miei al momento in cui ho messo piede nella nostra casa in Hokkaido, sono passate ben 24 ore! Di queste ne avro' dormite si e no 3 e nonostante sia arrivata distrutta, non ho potuto dormire subito dato che il mio bambino non ne voleva proprio sapere di mettersi a nanna. Questa volta e' stata proprio dura, probablimente per il fatto che l'orario di volo non era favorevole rispetto al cambio orario con il Giappone, e per il fatto che Oscar si arrende difficilmente al sonno.
Questa e' stata la prima volta che ho fatto tutta la tratta  Italia-Tokyo-Hakodate da sola. Ma devo dire che me la sono cavata molto bene, grazie anche alla comodita' dei servizi giapponesi. Infatti ho avuto un momento di incertezza all'aeroporto di Haneda (il terminal per i voli interni giapponesi) perche' non capivo dove fare il check-in. Ma l'aeroporto e' dotato di punti informativi ai quali ci si puo' rivolgere per ogni evenienza e non solo, alcune delle inservienti dei punti informativi potresti ritrovartele di fronte da un momento all'altro nel tuo vagare incerto tra i piu' ferrati passeggeri nipponici. Tutto liscio quindi, arrivo a Tokyo, spostamento da Narita a Haneda in autobus (piu' di un'ora di strada), volo da Haneda a Hakodate. In quest'ultimo volo credo di avere raggiunto il peggio, o quasi, delle mie condizioni di resistenza. Appena decollato, non riuscendo piu' a tenere Oscar in braccio, l'ho fatto scivolare a terra, e lui, stanchissimo, si e' addormentato cosi', ai miei piedi e un po' anche ai piedi del mio vicino passeggero. Io, credo, devo essermi addormentata subito dopo, perche' a un certo punto e' venuta la hostess a dirmi, battendomi sulla spalla, che il bambino così, per terra, non ci poteva stare. Io un po' stizzita, me lo sono tirato su e ho visto, con la coda dell'occhio ancora mezzo addormentato, che il passeggero vicino a me aveva spento la lucina di chiamata. Aveva chiamato lui la hostess! Ma Oscar fortunatamente continuava a dormire e io anche sono ripiombata nel sonno profondo fino all'atterraggio.