giovedì 9 dicembre 2010

Stanchezza

Monica-san e' stanca. Si', deve ammettere che e' proprio stanca. Ma di una stanchezza strana, pericolosa, perche', sembra impossibile, non la sente. Dicono siano gli ormoni, che ti danno tanta energia; perche' quando ti devi prendere cura di un bambino piccolo non puoi permetterti cedimenti. Ma la stanchezza c'e' e la si sente soprattutto nei momenti in cui sono necessari concentrazione e capacita' di sopportare sforzi fisici particolari.
Monica-san si e' accorta di essere stanca quando qualche giorno fa ha deciso di rimettere le mani al pianoforte dopo molto tempo. E quello che e' successo e' stato molto preoccupante: le mani e il cervello andavano ognuno per i fatti propri. Non era solo questione di essere fuori esercizio. Era come se la testa si rifiutasse di fare un lavoro che richiedeva una grande capacita' di concentrazione. Monica-san non si e' fatta intimorire da questo fatto, e ha pensato, come dicono da queste parti "muri shinaide", ossia "non esagerare". Cosi' ha fatto, sperando che un poco alla volta potesse recuperare le proprie facolta'. E cosi le sembra che possa essere. Piano piano, pero'.
Il prendersi cura di una creatura praticamente ventiquattro su ventiquattro, tutti i giorni, senza sosta - e se c'e' una sosta, la testa e' sempre la' 'stara' bene? avra' fame? riuscira' a dormire? disturbera'? ecc....' - e' un lavoro veramente grande, che richiede pazienza, forza d'animo e tanta energia.
Ma c'e' un ma! Monica-san si chiede se questa sua stanchezza non sia dovuta in realta' anche ad una altro fattore, ossia al fatto che qui, in terra nipponica, usa - cioe' parla, scrive e legge! - ben tre lingue diverse. E questo per comunicare con le varie persone che ha conosciuto qui!
Inutile dire che probabilmente e' proprio cosi', e che il ritorno in Italia significhera', cosi' almeno spera, avere anche la possibilita' di far riposare un po' la mente, da quella che a volte sembra davvero un fatica grande grande.

giovedì 2 dicembre 2010

Yokatta ne!

Oggi Monica-san e' contenta. Ha appena appreso una buona notizia. Il governo giapponese ha deciso che dal mese di aprile prossimo aumentera' la quota destinata a incentivare il tasso di natalita' del Paese. A tutt'oggi ogni bambino giapponese dalla nascita fino al compimento del quarto anno di eta', riceve la somma di 13.000 en mensili che corrispondono a circa a 115,00 euro. Da aprile la somma passera' a 20.000 en, corrispondenti a circa 175,00 euro. Questa sorta di bonus per tutti i bambini - tutti! - indipendentemente dal reddito della famiglia, e' stato introdotto poco piu' di un anno fa dall'allora nuovo governo. Prima percepivano l'aiuto economico a favore dei nuovi nati solo le famiglie in cui lavorava solo il padre.
Il commento dei nonni e' stato: "Oscar-chan! yokatta ne!" che tradotto significa qualcosa come "Buon per te, piccolo Oscar!"

Ps: il Giappone ha un tasso di natalita' molto basso, simile comunque a quello italiano. Per contro il tasso di anzianita' e' uno dei piu' al mondo.

martedì 30 novembre 2010

Pronti per il ritorno!.....quasi.....

Il fatto e' che ci si abitua.
Ci si abitua alle atmosfere miti, socievoli e cordiali di questo Paese.
Ci si abitua alla gentilezza, a volte estrema, di questa gente timida e dotata di un grandissimo senso civico.
Ci si abitua a sentire intorno a se' parlare sempre in una lingua diversa, ci si abitua a non dare per scontata la propria, di lingua. Ci si prova ad abituare agli usi di questo popolo tanto diverso, ma poi non cosi' tanto quando lo si conosce meglio.
Ci si abitua ad inchinarsi anche quando non si sa perche' lo si sta facendo, ma semplicemente perche' per osmosi si possono assorbire in modo incredibilmente rapido abitudini altre.
Ci si abitua a non dare piu' la mano, a togliersi le scarpe ogni volta che si entra in casa propria e d'altri. Ci si abitua, e che sollievo, a non dire piu' le "brutte parole", perche' neanche le si sente piu', e non solo perche' non si capisce la lingua. Ci si puo' abituare ad una mentalita' che accoglie pacatamente la
realta', sospendendo giudizio e preguidizio, per quanto a volte alcune cose si faccia davvero fatica a comprenderle.
Ci si abitua a vedere donne che fanno le stradine, le parcheggiatrici, le taxiste e le carpentiere, oltre che tutti gli altri tipi di lavoro. Ci si abitua con sollievo ad una televisione in cui la donna non e' strumentalizzata ed oggettivata, ma rappresentata attraverso i vari ruoli che svolge nella vita e nella societa'.
Non ci si puo' abituare ai party mordi e fuggi, ma ci si puo' abituare alla estrema riservatezza di queste persone. Difficilissimo disabituarsi al grande rispetto ed educazione che permeano i rapporti tra le persone, dai bambini dell'asilo fino ai piu' anziani. Difficile da capire per un italiano l'estrema serieta' e impegno con cui ogni cosa, soprattutto professionale, viene portata avanti.
Ci si abiuta a vedere l'autobus arrivato in anticipo aspettare alla fermata anche se non sale piu' nessuno, fino a quando non giunge il minuto esatto previsto per la partenza. Ci si abitua a vedere ovunque insegne in un'altra lingua e a provare soddisfazione ogni volta che si riesce a decifrarne anche solo una delle loro parti. Ci si abitua a non cercare piu' al supermercato i prodotti che hanno accompagnato la tua vita fino a non molto tempo fa; a mangiare per colazione - incredibile ma vero - cibi vari come il pesce, la verdura e le zuppe, ma senza rinunciare all'immancabile caffe'.
Ci si puo' abituare alle leggere scosse di terremoto che ogni tanto sopraggiungono e che vengo accolte come nulla fosse.
Insomma....il fatto e' che non e' cosi difficile abituarsi.

Tra due settimane esatte monica-san con morito-san e oscar-chan, faranno ritorno in Italia. Monica-san crede che, a distanza di poco piu' di un anno di lontananza dal suo Paese, visto e considerato quanto sopra, l'arrivo potrebbe rivelarsi non proprio indolore.

domenica 28 novembre 2010

Benvenuti

Ebbene, e' proprio vero, l'ho fatto!

Finalmente, a poco piu' di un anno dal mio arrivo nel Paese del Sol Levante, mi sono decisa ad aprire questo Blogg. I miei amici, a cui, per raccontare le mie storie e le mie avventure, inviavo via mail le ormai famose "cronachine", saranno felici di conoscere questa mia nuova iniziativa. E spero non solo loro.