martedì 8 novembre 2011

A quattro anni sanno scrivere!

I bambini giapponesi quando entrano alla scuola matera, all'eta' di 3 anni, imparano anche a leggere e scrivere nei due alfabeti sillabici (hiragana e katakana). All'eta' di quattro anni sono gia' in grado di scrivere mini letterine per i genitori! A sentire questo sono rimasta molto sorpresa e la cosa che piu' sorprende ( e mi spaventa...) e' che in realta' queste cose non le imparano dalle maestre, bensi' dalle mamme! In pratica le mamme giapponesi si armano di tanta pazienza e buona volonta' per insegnare i rudimenti della lettura e scrittura ai loro bambini!

lunedì 24 ottobre 2011

riflessione breve....

Riporto da un Comunicato dell'Ambasciata Italiana a Tokyo:
"Nei giorni scorsi e' stato riportato un caso di rilevazione di radioattivita' molto superiore ai valori tipici della Capitale, nella circoscrizione di Setagaya-ku, in prossimità di una abitazione dove si era registrato un valore di intensita' di dose di 3.35 microSv/ora. E' stato successivamente confermato che la radioattivita' rilevata era dovuta a materiale giacente nell'abitazione da molti anni contenente un isotopo del Radio in passato (fino a circa 30 anni orsono) impiegato in alcune lavorazioni industriali. Il materiale contenente questo isotopo radioattivo non ha dunque nessuna relazione con l'incidente nucleare di Fukushima ed e’ stato rimosso e smaltito dalle Autorita’ giapponesi."

Ora, mi chiedo, quanti casi del genere che non sappiamo, ci saranno in giro per il mondo?

Ben venga l'intensa campagna di monitoraggio che le Autorita' giapponesi stanno facendo, servono anche a scoprire fonti radioattive estranee all'incidente di quest'anno!
 

domenica 10 luglio 2011

Tanabata

Il 7 luglio in Giappone si festeggia il Tanabata. E' una festa tradizionale che assomiglia un po' a Hallowen: i piu' piccoli, bambini e ragazzi, girano per le case del quartiere, chiedono di entrare e cantano una canzoncina aspettandosi poi in cambio un dolcetto. Un tempo, al posto del dolcetto veniva regalata una candelina. Al giorno d'oggi invece i dolcetti sono d'obbligo e i ragazzi si divertono molto portandosi poi a casa un bel malloppo di cosette buone... La tradizione vuole anche che i ragazzi indossino i vestiti tradizionali, che sono simili ai Kimono. Non tutti i ragazzi li indossano, ma la maggior parte lo fa, cosi da rendere la sera del "Tanabata" allegra e con un sapore di altri tempi.
"Tanabata" significa letteralmente "la sera del giorno 7" e riprende una antica leggenda cinese in cui due innamorati potevano incontrarsi solo una volta all'anno, la sera del 7 luglio!

 I bambini dell'asilo vicino a casa che cominciano il loro giro....



Oscar che nell'attesa dell'arrivo dei ragazzi, si e' mangiato tanti dolcetti....

sabato 25 giugno 2011

Rieccomi in Giappone!

Dopo tre mesi di assenza, di pausa, mi sono decisa a rientrare in Giappone. Sono di nuovo qui da dieci giorni e non mi sembra di essere stata via cosi' a lungo. Sono rientrata perche' ritenevo che il soggiorno in Italia fosse durato piu' che a sufficienza. Certo, per essere davvero "sicuri" si sarebbe dovuto aspettare ancora, ma quanto? Mi sentivo come una ragazza madre e mi accorgevo che anche a Oscar mancava il suo papa'.  Passato il tempo dei grandi timori iniziali, ho deciso di rientrare.
La vita qui sembra essere tornata alla normalita'. Sono partita che era ancora inverno e ora e' estate. Mi sono persa la fioritura dei ciliegi ("sakura") anche se amici qui mi hanno raccontato che non hanno fatto il tradizionale pic-nic ("hanami") sotto i ciliegi perche' non se la sono sentiti. Mi sono persa la fioritura delle azalee ("tsuzuji") che mi piacciono cosi tanto. Per non parlare degli impegni che avevo dovuto interrompere. Li sto riprendendo, e sono contenta di essere tornata alla "normalita'".
Confesso che temevo di trovare maggiore freddezza nei miei confronti, al mio ritorno. Chissa' cosa avranno pensato tutti i miei amici e conoscenti qui,  relativamente alla mia partenza, pensavo....Ancora non ho rivisto tutti, ma fino adesso ho invece ricevuto grande affetto da parte delle persone riviste e risentite telefonicamente. Tutti che ci aspettavano, tutti che vogliono rivedere me e il piccolo Oscar!
Riprendere la nostra vita qui e' stato piu' facile du quanto pensassi, anche se dobbiamo rivedere le nostre abitudini alimentari per il timore delle radiazioni. Non e' simpatico vivere con questa preoccupazione. Sebbene tutti dicano che qui in Hokkaido non ci siano problemi, il timore da parte mia c'e' e quindi in casa abbiamo deciso di selezionare la provenienza dei cibi. Non c'e' molto di piu' che si possa fare. Anzi si, una cosa c'e': cercare di assumere un atteggiamento positivo, di speranza, soprattutto, perche' di questo c'e' bisogno. E il Giappone ha dimostrato di saperlo mettere in gioco questo atteggiamento positivo, mettendosi subito all'opera, senza drammatizzare, senza abbattarsi, per rimettere a posto quello che la natura ha distrutto.
Per questo ho pensato di postare questa canzone, scoperta solo da qualche giorno e che suoneremo con il Trio (io al piano e due amici al violino) la prossima settimana a un piccolo concerto.


Si intitola "Ue wo muite arukou" che significa:  Diretti verso l'alto camminiamo!

sabato 19 marzo 2011

Aggiornamento emergenza nucleare

Riporto qui sotto il comunicato della Ambasciata Italiana a Tokyo di questa sera , ore 22.00 ore locali, per l'aggiornamento della situazione in corso:

"Emergenza nucleare e rischio sismico

Pur in presenza di positivi elementi di stabilizzazione dei rettori, il superamento della fase critica presso la centrale di Fukushima non e’ ancora in vista, ma permane anzi la possibilita' di eventi che possono comprometterne la stabilita'.

Nella giornata di oggi e’ proseguita l’irrorazione con acqua di mare dall'esterno del reattore numero 3. L'intervento, che peraltro non puo' essere risolutivo, ha tuttavia consentito di far scendere la temperatura dell'acqua di raffreddamento di tutte le piscine di stoccaggio del combustibile nucleare al di sotto dei 100 gradi. In serata ha poi avuto successo l'allacciamento alla rete elettrica per i reattori numeri 1 e 2. , ritenuta cruciale per il raggiungimento di uno stato di stabilita' dei sistemi di raffreddamento e di rilevazione dei parametri di controllo dei reattori. Riallacciata l'elettricita' occorrera' far ripartire i sistemi ordinari di raffreddamento, riparandoli se danneggiati.

Le misure di radioattivita' effettuate all'ingresso dell'impianto di Fukushima-I mostrano un lieve calo dei livelli registrati che si attestano al momento su valori di 300 microsievert/ora.

A Tokyo, le misurazioni effettuate indipendentemente dalle autorita' giapponesi, dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), e dagli esperti italiani presenti in Ambasciata, mostrano valori di radioattivita' del tutto compatibili con i valori del fondo naturale. La IAEA ha inoltre verificato le rilevazioni effettuate negli ultimi due giorni in altre 47 citta’ del Giappone senza riscontrare significativi cambiamenti nei livelli di radioattivita’ che si mantengono molto al di sotto della soglia di rischio per la salute umana.

Domani, un nostro team si rechera' nelle regioni a Nord di Tokyo per effettuare una campagna di misure in diversi punti allo scopo di verificare le informazioni disponibili. Si fa riserva di far conoscere i risultati delle misurazioni effettuate nella serata di domani.

Il previsto cambiamento meteo tra lunedi' e martedi' puo’ implicare una variazione dei livelli di radioattivita' ambientale a Tokyo ed e’ quindi opportuno che chiunque decida di rimanere nella Capitale e nelle prefetture limitrofe, soprattutto al nord, sia consapevole delle possibilita’ di esposizione, per quanto lieve.

Sebbene ci sia stato confermato, anche dalle autorita' giapponesi, che qualunque sia la direzione dei venti il grado di radioattivita' ambientale non raggiungera' soglie tali da  rendere necessaria la modifica delle condizioni di tutela sanitaria previste, sara’ comunque opportuno evitare esposizioni prolungate all’aria aperta."

Un vivo grazie all'Ambasciata e ai tecnici della nostra Protezione Civile per il lavoro che stanno svolgendo.

venerdì 18 marzo 2011

Incontri di viaggio

Il nostro viaggio di rientro in Italia è andato bene tutto sommato. Ci sono stati tuttavia alcuni episodi che soprattutto nella prima parte del viaggio, hanno destato una certa preoccupazione. Nella serata di mercoledì 16 marzo, arrivati a Sapporo, ci siamo fermati in una stazione alla periferia della città per cambiare treno, in direzione aeroporto. Questa stazione, come molte di quelle che mi è capitato di vedere in Hokkaido, era piuttosto piccola e alle nove di sera appariva già deserta. Noi stavamo aspettando la coincidenza in una sala d'aspetto molto fredda e poco curata, ma al riparo dal vento, ancora molto freddo, quando una ragazza con in braccio una bambina dell'età circa del nostro Oscar, entra dalla porta e si siede in un angolo. Noi l'abbiamo notata soprattutto per come era vestita la bambina: vestitino primaverile,gambe scoperte e niente giacca. In pieno inverno! Anche la ragazza  non era molto vestita. Sembrava provenire da una regione del sud e non sapere dove andare. Cercava un treno per una certa località che non ricordo, ma non sapeva dove prenderlo. Leggeva ansiosa i tabelloni ma sembrava non capire cosa fare. Abbiamo capito che forse si era persa e le abbiamo chiesto se aveva bisogno di aiuto. Lei era molto agitata, ci ha detto dove doveva andare ma nemmeno noi sapevamo darle indicazioni in merito, così la abbiamo accompagnata fino all'ascensore della banchina, col quale avrebbe potuto raggiungere il piano superiore della stazione dove avrebbe trovato gli sportelli informativi. Io sono rimasta sorpresa per questo incontro, era la prima volta che in Giappone mi capitava di vedere tanta trascuratezza, soprattutto verso un infante. Io e Morito ne abbiamo dedotto che non fosse giapponese e che avesse difficoltà a muoversi da sola.
L'altro evento poco piacevole che ci è capitato, nella serata di giovedì 17 marzo, dopo le ore 21.00 circa locali (Tokyo), mentre stavamo cenando all'aeroporto di Haneda in attesa del mio volo, è stato il verificarsi di una scossa di terremoto. E' durata parecchio e subito dopo se ne è avvertita un'altra.
Ora, io devo ammettere che un pochino mi sono abituata alle scosse, ho capito che spesso non fanno danni e non creano problemi di alcun tipo. Ma dopo gli eventi dell'ultima settimana, ogni volta che sento tremare la terra, mi assale l'ansia. A Tokyo avevo il terrore di prendere l'ascensore, di entrare in un bagno con la porta elettronica (quelli con il cambio bimbi spesso sono così dotati!).....insomma, avevo paura. Un sentimento che ho visto, colto, respirato, intorno a me. L'aeroporto infatti era molto affollato, di turisti che rientravano in anticipo, di stranieri residenti in Giappone che lasciavano il Paese, di giapponesi che si allontanavano per periodi più o meno lunghi. Ognuno con la sua storia.
Ciò che mi ha colpita è stato constatare quanta tristezza ci sia ora nell'animo di questa gente. Molti hanno perso parenti o amici negli eventi drammatici di questi ultimi giorni, molti partono lasciando propri cari in quel Paese così duramente messo alla prova. Molti hanno semplicemente paura. Per se stessi, i propri cari, il proprio Paese.
Molti piangono, in silenzio, durante l'attesa del volo. Molti altri piangono, in silenzio, in aeroplano, durante il tragitto verso l'Europa. Ognuno di loro ha la sua storia, ma non ne parla molto, non si sfoga. Cerca di gestire il dolore, in silenzio, con compostezza. Che dignità, mi dico, e mi assale un senso di pietas profondo per questo popolo abituato ad accettare ogni avversità..

Arrivati

Stamattina io e Oscar siamo arrivati in Italia. Alla fine, durante  il tragitto, ci sono state una serie di concomitanze che ci hanno portato a decidere diversamente da quanto preventivato due giorni fa. Nella mattinata di ieri dall'aeroporto di Sapporo siamo partiti per arrivare a Tokyo Haneda e da lì io e Oscar ci siamo imbarcati sul volo Airfrance che avevamo già prenotato giorni prima. Il fatto è che io avrei preferito evitare di passare per Tokyo, dato l'aumentato rischio, non solo di incremento dei valori di radioattività, ma anche di black-out, dato il programma in corso di razionalizzazione dell'energia, oltre che del verificarsi, nell'aeroporto di Haneda, quello che già si stava verificando per Narita: il dirottamento dei voli di alcune compagnie europee dei voli in partenza da Narita, all'aeroporto di Osaka, distante da Tokyo circa 2 ore e 30 min. con lo Shinkansen.
Tuttavia parzialmente rincuorata dal comunicato diffuso dall'Ambasciata di Tokyo nella notte di mercoledì 16 marzo (vedi post precedente), ho pensato di potermi recare con più tranquillità all'aeroporto di Haneda e da lì partire con il volo precedentemente prenotato. Morito, non avendo prenotato tale volo, non sarebbe potuto partire con noi. Considerando inoltre che la situazione di rischio maggiore si concentra tutt'ora sulle zone colpite dallo Tsunami e sulla prefetture a nord di Tokyo, nonché sulla capitale stessa, ma non riguarda la zona in cui viviamo noi, abbiamo deciso di comune accordo che lui sarebbe rientrato a casa, in attesa di capire l'evolversi della situazione.
E così è stato fatto.

mercoledì 16 marzo 2011

aggiornamenti dall'Ambasciata italiana a Tokyo"

Riporto qui il comunicato che l'Ambasciata Italiana a Tokyo ha emesso stasera ore 22.30 di Tokyo sull'emergenza nucleare in Giappone:


Una squadra altamente specializzata della Protezione Civile italiana, composta di sei tecnici ed esperti, e’ operativa da questa mattina presso l’Ambasciata al fine di fornire orientamento e supporto alle attivita’ che la Sede diplomatica sta mettendo in atto a tutela della collettivita’ italiana in Giappone.

Le prime rilevazioni dei livelli di radioattivita’ sono state effettuate a partire dall’aeroporto di Narita, lungo il tragitto verso Tokyo e sul tetto dell’Ambasciata.

I valori della radioattivita' di fondo misurata in tutti i punti di rilevazione sono del tutto compatibili con quelli forniti dalle Autorita’ giapponesi e riportate sui siti istituzionali (tra cui quello del Governo Metropolitano di Tokyo che pubblica ogni ora i dati della radioattivita' massimo/ minimo/ media, sul sito del Tokyo Metropolitan Institute of Public Health http://113.35.73.180/monitoring/index.html).

Inoltre, avendo la possibilita' di effettuare una misura spettroscopica, i tecnici hanno avuto la possibilita' di ESCLUDERE la presenza di radiazione proveniente da isotopi radioattivi (NON ci sono isotopi artificiali, ossia quelli che possono essere stati prodotti in un reattore nucleare).

I valori in questione sono dell’ordine di 0.04 microsievert/ora, circa un terzo del valore di radioattivita' ambientale tipico della citta' di Roma (0.25 microsievert/ora).

Tali risultanze portano al momento ad escludere qualunque rischio di contaminazione in corso a Tokyo.
Le Autorita’ giapponesi hanno inoltre dichiarato in serata che tutti e quattro i contenitori primari dei reattori 1, 2, 3 e 4 della centrale di Fukushima sono integri.

SITUAZIONE A FUKUSHIMA

Questa mattina si e’ verificata la fuoriuscita di vapore nelle vicinanze del reattore n. 3. Questa condizione ha comportato un lieve aumento della radioattivita’ nelle vicinanze della centrale. L’emissione si e’ quindi arrestata.
La situazione generale dei reattori continua a presentare profili di rischio per il fatto che non tutti gli impianti sono ancora pienamente sotto controllo.

LE PREVISIONI METEOROLOGICHE

Questa notte le previsioni meteorologiche per la regione di Fukushima segnalano venti moderati in direzione SUD-EST che dovrebbero portare nubi ed eventuali materiali radioattivi rilasciati dalla centrale nucleare verso l'Oceano Pacifico.
Nella mattina e nel pomeriggio del 17 marzo venti moderati continueranno a spirare in direzione SUD-EST allontanando verso il Pacifico nubi ed eventuali materiali radioattivi.
Nella notte tra il 17 e il 18 marzo venti moderati dovrebbero spirare in direzione EST verso l'Oceano Pacifico.

in viaggio....

Siamo partiti. Io, Morito e il piccolo Oscar nel pomeriggio di oggi abbiamo fatto i bagagli, velocemente, molto velocemente, abbiamo preso il minimo necessario e come fuggiaschi, siamo partiti con il treno da Hakodate per recarci a Sapporo. Da qui, domani mattina, se tutta va bene, arriviamo a Osaka dove cercheremo di prendere un volo Alitalia per l'Italia. Fortunatamente nella tarda serata di oggi, orario in Giappone, l'Ambasciata italiana a Tokyo ha diffuso un comunicato importante: il governo italiano ha inviato una squadra speciale di esperti tecnici e fisici della Protezione Civile che hanno effettuato della misurazione della radioattivita' in alcune zone di Tokyo. I livelli riscontrati sono in linea con quelli riportati costantemente dal Governo giapponese; essi non sono ad un livello tale da destare, per il momento, preoccupazione (addirittura hanno affermato che il livello di radioattivita' attuale aTokyo rimane inferiore a quello che normalmente interessa Roma- preciso a riguardo che il Governo giapponese ha sempre adottato, per i parametri di radioattivita' tollerati normalmente, valori cinque volte inferiori a quelli utilizzati da altri Paesi, come ad esempio la Francia - si tratta quindi di margini molto restrittivi che tuttavia ieri sono stati portati a circa due volte e mezzo il valore minimo, "correggendo" cosi il livello di ammissibilita' consentito).
Tuttavia la situazione nella centrale di Fukushima rimane critica, perche' non ancora completamente sotto controllo.
La decisione, sofferta, di partire nell'immediato rimane per me ora come ora una necessita' legata a forme precauzionali nei confronti del mio bambino, piu' vulnerabile agli eventuali rischi. So di aver aspettato anche troppo prima di decidere di muovermi, e ora mi sento come se fossi in una sorta di corsa contro il tempo. Il problema era legato principalmente al fatto che Morito inizialmente non aveva intenzione di partire con noi, non se la sentiva, giustamente, di lasciare il resto della sua famiglia qui. Tuttavia data la situazione ancora ad alto rischio cui questo Paese e' esposto, ho deciso di partire in anticipo rispetto al volo gia' prenotato, pregandolo di venire con me date le difficolta' legate ad una decisione un po' avventata. Ossia partire con il treno per Sapporo, da li valutare eventuali voli per Osaka con collegamento poi per l'Italia oppure in estremis partire per la Russia o un altro Paese per poi raggiunfere l'Italia. E cosi abbiamo fatto.

Confesso che seppur in cuor mio ora so di stare facendo la cosa piu' giusta per Oscar,  mi sento una codarda. Abbiamo lasciato di corsa la casa, i suoceri, che ci hanno accompagnato fino alla stazione, ci hanno salutato commossi, colti anche loro da tanta improvvisa frenesia cui non sono affatto abituati"cercate, se potete, di tornare presto", ci hanno detto. Ho con molta probabilita' "rovinato" parte del senso di dignita' tutto giapponese della figura di Morito di fronte ai suoi collaboratori in ambito lavorativo. Abbiamo salutato poche persone - oggi, le mie amiche e allieve del corso di italiano che si sono commosse anche loro. Insomma, sembriamo dei fuggitivi, e non e' bello, anzi e' bruttissimo. Mi sento egoista - penso alle numerose persone che in questo momento si trovano nelle zone piu' colpite ad aiuitare, a coloro che hanno perso tutto e stanno cercando disperatamente i propri cari a ormai 5 giorni dal simsa, alle donne che stanno cercando di proteggere i loro bambini come possono nelle zone piu' a rischio di contaminazione radioattiva, a tutto il popolo giapponese che resiste, ancora, come tante volte nella sua storia ha fatto, che esortato continuamente ad esercitare la calma, continua la vita di sempre nelle zone non interessate dal sisma, lavora, aiuta, si impegna, ma che in cuor suo ha paura, tanta paura.
Ma io devo pensare prima di tutto al bene di mio figlio e partire e' la cosa migliore che possa fare in questo momento.
Io spero vivamente che le cose volgano al meglio e di poter tornare presto tra queste persone che sono straordinarie.

domenica 13 marzo 2011

Terremoto, due giorni dopo

Domenica 13 marzo. Ad Hakodate e' una bella giornata, finalmente un po' di sole caldo che fa intravvedere l'arrivo della primavera. Per ragioni che non vi racconto in questo momento (oggi, 14 marzo e' il White Day e io volevo parlarvi di questo, ma le urgenze ora sono altre...), ieri ho accompagnato Morito al centro commerciale dove lavora e sono rimasta li tutta la mattinata.

Sembrava una giornata come una altra, di shopping e  poi una bella passeggiata di ritorno verso casa. Il pensiero andava spesso al terremoto, ma non avendo aggiornamenti in tempo reale, il distacco rispetto alla "mia" realta' era molto. E' bastato tornare a casa, accendere la TV e il computer perche' la mia giornata cambiasse completamente. Appreso del rischio al reattore numero 3 del Daiichi a Fukushima, mi sono preoccupata, il mio umore e' cambiato e ho cominciato a manifestare, ormai lo so, mi conosco....segnali di paura che tentavo di scaricare su altri. Avevo letto una notizia sul Tg24 italiano che un giornalista che si trovava vicino alla centrale nucleare di Fukushima, aveva sentito uno notizia che ufficialmente non sarebbe dovuta essere data. E cioe' che dalla centrale si stava assistendo ad una sorta di fuggi fuggi. Ho riferito questo a Morito, chiedevo, ma siamo sicuri che il vostro governo ci stia aggiornando in modo chiaro sui fatti e pericoli, oppure stanno nascondendoci la verita'? Perdonate, ma a me il dubbio e' passato..... Morito si e' incupito, forse un po' si e' offeso, e ha detto che "i giapponesi non sono come gli italiani..." e che il governo, gia' in situazione critica prima del sisma, non puo' permettersi passi falsi in questo momento. Insomma, e' vero, devo ammettere che il richiamo alla responsabilita' da parte di questo popolo, in ogni situazione, dalla piu' piccola alla piu' grande, e' costante non solo a parole, ma anche nei fatti.

E cosi, terminato il lavoro, eravamo tutti incollati alla televisione per vedere, per capire, per sapere....
Emergono i drammi, alla conta dei danni e delle perdite umane. I sopravvissuti che cercano i familiari: madri che cercano figli, bambini che cercano i genitori. Una donna viene intervistata, non riesce a contattare il marito e la figlia, tradisce un filo di speranza, dice che e' perche' le linee telefoniche non funzionano. Ma poi scoppia a piangere e dice "vorrei tornare a essere in tre, vorrei tornare a essere in tre". Una donna anziana va alla ricerca, nel luogo in cui si trovava la sua casa, del Butsudan, l'altare domestico in cui si onorano i propri defunti, cercava la foto del marito morto in guerra. Un'altra donna e' riuscita a trovare qualcosa, lo avvolge in un asciugamano, era importante per lei, e' contenta (!).
Mi accorgo, ma gia' lo sapevo, che i giapponesi hanno un cuore, non sono macchine come a volte puo' apparire. Il sangue freddo che hanno mantenuto nel momento dell'emergenza e' funzionale al farvi fronte, ma il dramma vero emerge dopo.
Davanti alle telecamere si lasciano andare, sfogano la loro disperazione. Mio marito si asgiuga gli occhi, si commuove.
E' terribile quello che e' successo.....

sabato 12 marzo 2011

Terremoto, il giorno dopo

Come avevo previsto, la cifra dei morti e dei dispersi era oltremodo ottimistica. Oggi, nel tardo pomeriggio, la cifra ufficiale dei morti e' salita a 800, ma i dispersi sono oltre un migliaio......
il mio pensiero va a loro.
Non si contano ancora i danni, che sono ingentissimi!

venerdì 11 marzo 2011

Terremoto

Oggi 11 marzo 2011 intorno alle 15:20 del pomeriggio in Giappone c'è stato un fortissimo terremoto. L'epicentro è stato nella regione del Sendai, nel nord-est dell'isola principale del Paese. Il terremoto è stato di Magnitudo 8.8, e ha innescato uno Tsunami che ha devastato tutte le coste orientali del Paese, da nord a sud.
In Hokkaido, dove viviamo noi, la scossa si è sentita, ma la sua forza era notevolmente inferiore. Non so quanto è durata esattamente, ma almeno due minuti, sono sicura. Ero a casa, Oscar dormiva. Quando ho sentito la scossa ho aspettato un po' prima di decidere cosa fare, non è la prima scossa che sento da quando sono qui e già avevo avuto esperienza della capacità di questi edifici di assorbire le sollecitazioni. Ma dopo circa un minuto mi sono preoccupata e di corsa ho preso il bimbo, lo ho avvolto nella copertina che lo copriva durante la nanna e senza chiavi e senza giacche sono scesa al piano terra dove c'è il negozio dei nonni. Tutti erano molto preoccupati, la nonna diceva che non aveva mai sentito un terremoto così forte in vita sua. Finita la lunga scossa ce ne sono state altre di assestamento e subito ad accendere radio, internet per capire cosa stesse succedendo. Da noi nessun danno, non sapevamo quindi quanto grave fosse il terremoto. Confortata dalla presenza delle persone in negozio, sono rimasta ancora un po' lì prima di risalire a casa. Non sapevo, non sapevamo cosa stesse succedendo.....Infatti, solo dopo essere rientrata a casa, verso le 16.00, e aver acceso la TV, ho capito, ho "visto". Il terremoto aveva scatenato uno Tsunami potentissimo che ha allagato intere aree costiere, mangiandosi pezzi di strade, campagne, porti, città. Il mare si stava portando via macchine, imbarcazioni, detriti di ogni tipo e anche case! Navi riverse a ridosso di strade allagate, campagne inondate di fango, aeroporti allagati.
Alle 19.00 del pomeriggio i morti ufficiali erano saliti a 32 e non si contavano in modo certo i dispersi. Personalmente la cifra mi è sembrata molto ottimista, credo che i danni a cose  e persone si conteranno nella notte e domani. La notte è calata presto e le ricerche non si fermano di certo ma si sa che tutto risulta molto più difficile con il buio.
Rimango allibita tutt'ora nel rendermi conto di come sia diverso il modo di dare le notizie qui rispetto al nostro Paese, ma anche rispetto alla Cnn. Tutto viene gestito con pacatezza, senza allarmismi, senza enfatizzare il dramma. Le riprese sono per lo più dall'alto, quasi uno sguardo lontano, esterno, non si vedono le persone! Sì, in queste immagini non si vedono le persone e questo mi colpisce più di tutto. Dove sono queste persone? Non possono essere riuscite a scappare tutte! Ecco perché la cifra di 32 persone morte mi sembra surreale.
Colpisce anche la capacità di gestire queste situazioni da parte della popolazione. Si vede una piazza in cui sono assemblate centinaia di persone che non hanno potuto prendere il treno o la metropolitana perchè tutti i mezzi di trasporti sono stati bloccati. Nella piazza arrivano degli autubus che evidentemente trasportano le persone a diverse destinazioni. Ebbene dall'alto si vedono le persone in fila indiana, disposta a serpentina che aspettano pazientemente il proprio turno. Altre che pazientemente aspettano la riapertura degli sportelli della metropolitana. Il tutto con la solita e invidialbile calma giapponese.

Gli edifici hanno retto molto bene la scossa, tanto che a Tokyo, dove pure è stata molto forte, non ci sono stati grandi danni. Molte persone erano organizzatissime, tanto da uscire di casa con elmetto in testa e valigetta.
La devastazione è stata fatta dallo Tsunami, non c'è dubbio. Inutile dire che mi chiedo cosa sarebbe successo in Italia se ci fosse stata anche solo la scossa di questa potenza. Ho letto i commenti sul Corriere della Sera al riguardo e penso che il confronto non lo si possa fare. L'Italia ha una storia edilizia completamente diversa dal Giappone, non dimentichiamo che la maggior parte dei nostri edifici è stata realizzata anche secoli fa, mentre in Giappone sono tutti, o quasi, realizzati recentemente. Nulla toglie però che riguardo a efficienza antisismica siano davvero avanzatissimi!

venerdì 11 febbraio 2011

Di nuovo in Giappone

Nel post precedente Monica-san parlava di "ritorno a casa"......beh, ora si trova a confessare a se stessa che il concetto di "casa" non le e' proprio cosi' chiaro. Ritornata in Giappone, infatti, in un primo momento in cui ha provato un senso di estraneita', ha capito che quello, ossia qui, adesso, dovrebbe essere il posto da considerare appunto "casa". Ma no, Monica-san non riesce ancora a metabolizzarlo questo fatto, e forse perche' di "case" negli ultimi anni ne ha cambiate molte. Allora, Bressanone, nel suo animo, rimane ancora il posto che considera davvero "casa". Ha a che fare con quel senso di "Heimat", e usa intenzionalmente la parola tedesca perche' contiene in se' il concetto di casa - "heim" - che riporta sempre alle proprie origini. Non per essere nostalgica, ma questo e cio' che sente.

Presa da questi melanconici pensieri, Monica-san - dopo aver affrontato un viaggio estenuante, per quanto andato bene (22 ore di viaggio tra cambi di aereo e attese, in cui ha dormito si e no 3 ore...!), nonche' una influenza intestinale in cui e' caduta, probabilmente vinta dalla stanchezza, qualche giorno dopo essere arrivata in Giappone e che ha attaccato anche al piccolo e poverino Oscar-chan - ha passato un paio di giorni in preda a un senso di sconforto dovuto alla nostalgia per il suo Paese, per la sua famiglia di origine, per gli amici, ma anche per un certo stile di vita diverso da quello che conduce qui. Tuttavia, e per fortuna, tali sentimenti nel giro di un paio di giorni hanno lasciato il posto alla riappropriazione degli spazi, del tempo, insomma, della propria vita qui, che la ha aiutata molto a superare le "difficolta' da rientro". Ora Monica-san ha ripreso la sua vita normale ad Hakodate, di nuovo carica di energia si e' buttata in nuovi progetti, e' contenta di avere di nuovo la sua famiglia riunita. Anche Oscar-chan sembra aver avuto un periodo di spaesamento analogo appena rientrato nel suo Paese, ma anche lui nel grio di pochi giorni si e' ripreso.

domenica 2 gennaio 2011

Ritorno a casa

Eccoci finalmente dopo un periodo di pausa, a tirare le somme di questo primo periodo trascorso nel Paese d'origine. Dopo un lungo viaggio di rientro in cui Monica-san e la sua famigliola hanno attraversato mezzo globo, con tutte le ansie del caso (Monica-san ha viaggiato con il terrore di perdere di vista figlio e soprattutto marito in quanto al momento della prenotazione del viaggio, per motivi non qui specificati, ai due non era stato assegnato un posto vicino).  Fortunatamente il viaggio è andato molto bene a parte un piccolo ma inquietante incontro con un libello in una libreria dell'aeroporto di Haneda a Tokyo, che titolava: "Credevo che sarei morto" e il disegno di passeggeri di un aereo in posizione di sicurezza. "Ma che razza di libro è questo?" ha chiesto Monica-san in preda a disgusto misto paura-porta-sfiga. "Beh sai" le ha detto il sempre pragmatico Morito-san, da buon giapponese "forse l'ha scritto qualcuno che è sopravvissuto a un incidente aereo e che voleva condividere la sua esperienza con i viaggiatori; magari per dare dei consigli su come comportarsi in certi momenti..."
"ahh" ha pensato Monica-san, perplessa, allontanandosi dalla libreria con aria poco convinta.

Arrivo in Italia.
L'impatto con il sistema Italia è stato meno traumatico di quanto Monica-san si fosse immaginata. Già poche ore dopo essere atterrata sul suolo di origine, si sentiva perfettamente a suo agio, come se non fosse mai stata via.
Di un' unica cosa non si ricordava: come aveva previsto la sua amica I., l'impatto con la tavoletta del water si sarebbe rivelato molto......ghiacciante.
L'incontro tra il piccolo Oscar-chan e la sua famiglia italiana è stato folgorante. In particolare tra lui e zietta L. è stato vero amore a prima vista. Monica-san non si immaginava che sua sorella potesse avere un tale potere magico con i bambini. Con gran sollievo per il lusso di potersene liberare anche solo per poco, ha osservato il suo cucciolo giocare festoso con zietta L., preso da un incredibile interesse per unghie della mani e dei piedi smaltate di rosso. Con zio A., invece, Oscar-chan ha sperimentato i voli acrobatici e si è dovuto abituare, suo malgrado, al vocione forte e roco del giovane e baldanzoso ragazzo che poi altri non è che il fratello di sua madre.
Tra mangiate di canederli, panettoni, tortellini e soprattutto di biscotti e cioccolato italiani, le giornate tra le belle montagne altoatesine passano serene.

Monica-san già pensa al momento in cui dovrà imbarcarsi da sola con il suo cucciolo per tornare nel paese del Sol Levante. Ancora non sa se essere contenta o se rattristarsi: per il momento, ha deciso, cerca solo di godersi questo periodo.